Non appelli, né slogan e né proclami, è ora che la politica faccia davvero il suo mestiere, senza per questo rivendicare meriti se non si è raggiunti l’obiettivo.
Bisogna andare oltre, superare questa fase per aprirne una nuova. C’è un grande territorio da valorizzare e un’economia da salvaguardare. Su ciò va costruita l’unità per andare oltre ai motivi che oggi ci dividono, disperdendo inutilmente energie in sterili polemiche, che potrebbero, invece, essere sfruttate in modo più prezioso e utile proprio in favore di coloro che stanno subendo ingiusti danni.
Oggi salta agli occhi, essendo evidente, la difficoltà di raggiungimento di quei luoghi, ma domani, a lavori eseguiti, ritorneranno le stesse difficoltà, gli stessi problemi economici ed ambientali del nostro territorio, che distrattamente abbiamo messi da parte per lungo tempo. I nostri prodotti valgono sempre di meno in un mercato sempre più specializzato, e speculativo, mentre le nostre terre subiscono sempre più danni per una scarsa attenzione e organizzazione.
Siccome, si dice, che non sempre i mali vengono soltanto per nuocere, per confermarlo c'è bisogno che la politica sposti in avanti il suo obiettivo, dividendosi sì nei mezzi e nei modi ma unendosi nel raggiungerlo.
Dimentichiamo, quindi, il cavalcavia, perché ad altri spetta il compito occupandosene quanto prima - nessuno lo nega - di metterlo in sesto, e costruiamo, senza lacerazioni e divisioni, un PONTE, un grande ponte verso il futuro del nostro territorio.