ClIn riferimento ai comparti RM2, RA9, RA10, RA11, RA12, riguardanti l’area del progetto urbano n. 4, “Rafforzamento dell’area del campo sportivo”, fanno notare che ci sono delle contraddizioni tali da impedirne il soddisfacimento degli obiettivi, con il conseguente fallimento dell’intero progetto, visto che essi ne sono parte rilevante.
I comparti, così come configurati e progettati, non possono decollare perché viene a mancare proprio la premessa per la loro realizzazione: non c’è collegamento stradale credibile e soddisfacente al contesto urbano.
L’area è bloccata a nord, oltre che dal campo sportivo, da una fascia di suolo diventata, con l’adozione del nuovo PUC, parte urbana consolidata, che vede soltanto sulla carta uno sbocco - tra l’altro tortuoso e inadeguato - verso la SS/7Bis e non nei fatti in quanto il terreno che dovrebbe attraversare non è in obbligo di perequazione né sotto vincolo di esproprio; a ovest da una stretta fascia di terreno classificata come parte urbana consolidata che seppur penetrabile in più di un punto, non prevede accesso su via Circonvallazione, se non per un pezzetto pedonale e se non per una strada uscente su via Subaiano; strada di comparto che è condizionata, però, alla realizzazione dei comparti RA10 e RA12; a sud da una fascia di parte urbana consolidata al cui margine destro è previsto un esiguo sbocco di una strada da realizzarsi in verticale ai limiti del confine, sul collettore fognario del Comune di Baiano e per giunta in terreno, come quello a nord, estraneo ai comparti stessi; ad Est dallo stesso confine e da una fascia di zona agricola.
I comparti, così come configurati e progettati, non possono decollare perché viene a mancare proprio la premessa per la loro realizzazione: non c’è collegamento stradale credibile e soddisfacente al contesto urbano.
L’area è bloccata a nord, oltre che dal campo sportivo, da una fascia di suolo diventata, con l’adozione del nuovo PUC, parte urbana consolidata, che vede soltanto sulla carta uno sbocco - tra l’altro tortuoso e inadeguato - verso la SS/7Bis e non nei fatti in quanto il terreno che dovrebbe attraversare non è in obbligo di perequazione né sotto vincolo di esproprio; a ovest da una stretta fascia di terreno classificata come parte urbana consolidata che seppur penetrabile in più di un punto, non prevede accesso su via Circonvallazione, se non per un pezzetto pedonale e se non per una strada uscente su via Subaiano; strada di comparto che è condizionata, però, alla realizzazione dei comparti RA10 e RA12; a sud da una fascia di parte urbana consolidata al cui margine destro è previsto un esiguo sbocco di una strada da realizzarsi in verticale ai limiti del confine, sul collettore fognario del Comune di Baiano e per giunta in terreno, come quello a nord, estraneo ai comparti stessi; ad Est dallo stesso confine e da una fascia di zona agricola.
Se ne desume, quindi, che l’unico sbocco concreto, funzionante da entrata e uscita per la circolazione veicolare, potrebbe essere quello su via Subaiano, con la conseguenza di un ulteriore carico veicolare su una arteria, Via Circumvallazione, di per sé già inadeguata a fungere da by-pass e collegamento con la SS-7BIS.
La configurazione e disposizione dei comparti non risulta funzionale e compatibile con la configurazione e disposizione delle particelle catastali.
Infatti, la sovrapposizione, seppur approssimativa, del catastale lo dimostra. Né consegue una difficile e complicata gestione dei comparti tale da renderne difficile la realizzazione.
La configurazione e disposizione dei comparti non risulta funzionale e compatibile con la configurazione e disposizione delle particelle catastali.
Infatti, la sovrapposizione, seppur approssimativa, del catastale lo dimostra. Né consegue una difficile e complicata gestione dei comparti tale da renderne difficile la realizzazione.
La geometria dei comparti e lo sviluppo stradale in essi poco si addicono alle esigenze geografie del luogo, ai bisogni e alle aspettative locali.
Infatti, organizzati a recepire una tipologia di fabbricati a blocchi orizzontali rispetto al nord e predisposti a costruzioni collettive di tipo condominiali, sono ben lontani dal recepire le esigenze individuali dei numerosi proprietari dei suoli. Da ciò ne consegue anche il rischio di un meccanismo speculativo che costringerebbe i piccoli proprietari a cedere le proprie aree perché inservibili ai fini del soddisfacimento dell’esigenza di costruirsi una propria abitazione com'è nella mentalità locale.
La disposizione e il dimensionamento degli appezzamenti di terreni in realtà suggerirebbe, invece, una disposizione diversa della viabilità e dei comparti, che potrebbe anche accogliere, perché no, una tipologia più consona alla mentalità, e quindi alle aspettative, della nostra popolazione.
Infatti, organizzati a recepire una tipologia di fabbricati a blocchi orizzontali rispetto al nord e predisposti a costruzioni collettive di tipo condominiali, sono ben lontani dal recepire le esigenze individuali dei numerosi proprietari dei suoli. Da ciò ne consegue anche il rischio di un meccanismo speculativo che costringerebbe i piccoli proprietari a cedere le proprie aree perché inservibili ai fini del soddisfacimento dell’esigenza di costruirsi una propria abitazione com'è nella mentalità locale.
La disposizione e il dimensionamento degli appezzamenti di terreni in realtà suggerirebbe, invece, una disposizione diversa della viabilità e dei comparti, che potrebbe anche accogliere, perché no, una tipologia più consona alla mentalità, e quindi alle aspettative, della nostra popolazione.
I comparti, come definiti graficamente, sono largamente indicativi rispetto allo stato di fatto, per cui necessitano di una ridefinizione dei confini e precisazione dei tracciati stradali.
Con la conseguente necessità di ulteriori passaggi attraverso piani urbanistici attuativi di iniziativa privata per poter essere attuati, così come impongono le norme del PUC. Un ulteriore e gravoso condizionamento, quindi, alla loro già non facile attuazione per quanto innanzi esposto.
Con la conseguente necessità di ulteriori passaggi attraverso piani urbanistici attuativi di iniziativa privata per poter essere attuati, così come impongono le norme del PUC. Un ulteriore e gravoso condizionamento, quindi, alla loro già non facile attuazione per quanto innanzi esposto.
Il ricorso alla “perequazione”, in questa parte del territorio comunale sprovvista di ogni viabilità, risulterebbe oltremodo penalizzante e discriminatoria per i soggetti chiamati ad applicarla.
ll 33% dei suoli, le spese per la ri-progettazione dei comparti, il costo delle opere a realizzarsi, l’impegno non facile di trovare comuni accordi, tutto da mettere in conto in cambio dell’edificabilità di un’area incorporata nel centro urbano ma penalizzata e dimenticata da anni. Una edificabilità che viene messa ancora in discussione da un siffatto progetto urbanistico che non ne assicura la fattibilità: eppure da essa dipende anche la risoluzione dell’annoso problema dell’allagamento di Via Circumvallazione!
Quel 33% potrebbe essere ben inferiore se gli standard fossero spalmati e caricati anche su quelle aree nei paraggi, escluse dai comparti, ma che comunque sono state beneficiate dal PUC della possibile edificazione diretta.
Ma se gli 11652mq di superficie richiesti debbano restare tali, proprio per una questione di giustizia sociale, che siano messi tutti a disposizione delle aree in questione, utilizzandone la maggior parte per le strade funzionali ai comparti e il restante per creare del verde a nastro che in aggiunta a quello di rispetto stradale realizzerà una fascia di verde a servizio di strade e fabbricati.
Nella tavola D2. “Mobilità di progetto” è assegnata, per le strade dei comparti in questione, la tipologia D.
ll 33% dei suoli, le spese per la ri-progettazione dei comparti, il costo delle opere a realizzarsi, l’impegno non facile di trovare comuni accordi, tutto da mettere in conto in cambio dell’edificabilità di un’area incorporata nel centro urbano ma penalizzata e dimenticata da anni. Una edificabilità che viene messa ancora in discussione da un siffatto progetto urbanistico che non ne assicura la fattibilità: eppure da essa dipende anche la risoluzione dell’annoso problema dell’allagamento di Via Circumvallazione!
Quel 33% potrebbe essere ben inferiore se gli standard fossero spalmati e caricati anche su quelle aree nei paraggi, escluse dai comparti, ma che comunque sono state beneficiate dal PUC della possibile edificazione diretta.
Ma se gli 11652mq di superficie richiesti debbano restare tali, proprio per una questione di giustizia sociale, che siano messi tutti a disposizione delle aree in questione, utilizzandone la maggior parte per le strade funzionali ai comparti e il restante per creare del verde a nastro che in aggiunta a quello di rispetto stradale realizzerà una fascia di verde a servizio di strade e fabbricati.
Nella tavola D2. “Mobilità di progetto” è assegnata, per le strade dei comparti in questione, la tipologia D.
Tale tipologia riporta un dimensionamento di 14m (11+3) di larghezza, veramente eccessivo rispetto a un contesto di strade, dove dovranno innestarsi, molto più strette.
Si spera che quando riportato sia motivo di riflessione per una riformulazione dei comparti RM2, RA9, RA10, RA11, RA12 che non può prescindere dalla viabilità.
Si spera che quando riportato sia motivo di riflessione per una riformulazione dei comparti RM2, RA9, RA10, RA11, RA12 che non può prescindere dalla viabilità.
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