Per un po’ l’ho guardato e per un attimo ci ho anche riflettuto, ma subito lo sguarda è andato oltre, un po’ più in là dove un uomo, piegato per metà, raccoglieva tutto quel macello che il vento, come sempre quando arriva, aveva disseminato tra le pieghe del sacro luogo. Era Elia, incappucciato e infreddolito, che di buon mattino stava mettendo un po’ d’ordine e faceva pulizia tra le tombe. Nel raccoglierne lo sguardo, mi è venuto da pensare che trascorre più tempo lui tra i nostri cari che tutti quanti noi messi insieme.
Gli ho detto: "Elia, una buona idea quella dell’Albero di Natale! Lo hai collocato anche nel punto giusto, proprio al posto di quello vero che è stato tagliato, allineato e simmetrico all'altro rispetto alla chiesetta in prospettiva, come simbolica testimonianza di una vita, pur se vegetale, comunque troncata".
Mi ha risposto subito, come se l'aspettasse: “Non sfottermi ma dimmi la verità se ti piace, perché a me mi interessa molto il tuo giudizio. Io l'ho messo semplicemente lì perché si vedesse meglio. Ho voluto accendere con mille lampadine, sull'albero disseminate, le mille anime che leggo negli occhi delle mille foto disseminate sulle gelide pietre, per darle un po' di calore, e col calore accogliere chi viene in questo luogo, in questo giorni freddi, ma di festa perché è Natale. Natale è per tutti, anche per loro”.
Non ci ho più pensato su quella forma, che mi era apparsa così improvvisa e inaspettata, e così ho intravisto soltanto le sue mille luci scintillanti, seppur in pieno giorno, e gli ho detto subito, senza più pensarci: “Sì, Elia, mi piace e mi piace molto! Spero che anche l’anno prossimo ci sarai a metterlo."
Mi ha risposto, incoraggiato, che l’hanno prossimo farà di meglio.
Elia è burbero, ma ha il cuore!
Se ha messo l’albero di Natale, insolito nel Cimitero di Sperone, è perché lo ha sentito. Se lo ha sentito è perché, forse, glielo hanno suggerito proprio quei mille occhi, sulle mille foto disseminate sulle gelide pietre dal freddo di questo Natale?
Elia è burbero, ma trascorre più tempo lui, che tutti quanti noi messi insieme, tra i nostri cari raccolti là in quel luogo sacro, perciò chi meglio di lui può sapere che la sostanza del gesto, soprattutto lì, conta più dell’apparenza del gusto?
Elia, Il tuo Albero di Natale mi piace e mi piace molto!