La sede del Gruppo Radio Sperone, il nostro sogno. Spazi funzionali alle attività in un contesto dove reperti, recuperati da vecchi edifici demoliti, ne restituivano la memoria in un gioco di coinvolgimento emotivo. Un sogno rimasto nel cassetto perché le cose non andarono come dovevano andare e non sempre, poi, il nuovo, tanto atteso e auspicato, segue il solco già tracciato.È anche giusto che sia così, ma se fallisce c'è poco da recriminare e le carte non vanno mescolate. Ho recuperato questi disegni di un po' di anni fa. È un mio progetto di come sarebbe dovuto essere e completarsi il Centro GRS (Gruppo Radio Sperone) che stava allora nascendo in via dei Funari, con entusiasmo si, ma con tanta improvvisazione. Non essendoci fondi disponibili, gli interventi fatti erano stati programmati in base alle esigenze e alla disponibilità, strappando, di volta in volta, un po’ di suolo comunale inutilizzato e un po’ di materiale e manodopera alle imprese, che volentieri contribuivano alla causa. Fu anche un bel tentativo, riuscito visto l'entusiasmo che ne conseguì, di "rammendare" quello spazio "rubato" alla collettività per la collettività, sintetizzando ideali e aspirazioni di quel gruppo che guidava l'associazione GRS. Erano altri tempi, quando al bilancio non ci si badava tanto e le iniziative partivano e si realizzavano recuperando le spese e con il resto, se c'era, acquistando qualche nuova attrezzatura. Poi, venuta a mancare la guida, l'entusiasmo andò scemando e l'interesse dei giovani, giustamente, si rivolse altrove. Dopo un po' cambiarono anche gli scenari della politica amministrativa, disinteresse e improvvisazione ha fatto il resto. Sembri che oggi, dopo quasi 15 anni qualcosa si stia muovendo, anche se lì, ora e purtroppo per noi che abbiamo vissuto e condiviso quei momenti, non può essere come prima. Tanti "nuovi" giovani ed altre associazioni stanno venendo su alla ribalta, con altre passioni e interessanti iniziative: tocca a loro dimostrare ora di saperlo "rammendare", intrecciandolo a nuovi bisogni, ideali e aspirazioni. A noi non resta che incoraggiarli mettendoci a disposizione, perché il gioco allo sfascio non rende a nessuno, tanto meno dà giustizia a tutti coloro che quel luogo l'hanno voluto e vissuto, condividendone gioie e sacrifici.
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ARMANDO SODANOCategoria
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Agosto 2020
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