“Io non credo che noi amministratori del baianese dovremmo sottovalutare il dibattito sull'eliminazione delle Province. Si può essere d’accordo o meno, ma è indubbio che l’eliminazione di un organo intermedio fra i singoli comuni e la Regione Campania obblighi ancora di più noi amministratori, i partiti, e chiunque si occupi di politica, a farci carico in questo presente, nel nostro tempo, di ciò che potrà essere e potrà diventare il nostro territorio in futuro. Il legislatore centrale sta pensando a macro-aeree territoriali e a poche città metropolitane, fra cui, certamente, Napoli. |
Per noi, in futuro, questo potrebbe rappresentare un serio problema. Nati come Terra di Lavoro, siamo diventati provincia di Avellino, per decenni siamo stati considerati, politicamente, terra di confine. E’ nei primi anni ’80, se non ricordo male, che siamo stati definiti “BASSA IRPINIA” grazie ad un neologismo creato da un gruppo molto attivo in quegli anni facente capo ad un giornale, “LA VOCE-della bassa Irpinia”, i cui protagonisti principali furono Antonio Vecchione, Pierino Luciano, Gianni Amodeo. Negli ultimi anni l’ex coordinatore provinciale del PD, Franco Vittoria, ha cercato di sostituire per la nostra terra il concetto di “confine” con il concetto, economicamente più produttivo e affascinante, di “cerniera” fra l’Irpinia ed il napoletano. Al di là delle fazioni, anche con coloro che erano fautori dell’Istituzione della Provincia di Nola, sono convinto che ora come mai la costituzione dell’Unione dei Comuni sia necessaria. Con l’eliminazione delle Province e con l’estrema vicinanza all’aera metropolitana di Napoli, se non ragioniamo in modo integrato, territorialmente saremmo fagocitati da Napoli e non avremmo in nessun modo la possibilità di poter scegliere e pensare politicamente il nostro territorio. I sei comuni singolarmente saranno troppo piccoli per poter chiedere finanziamenti, per poter prospettare un qualsiasi sviluppo. Appartenere alla provincia di Avellino poteva essere un argine per non correre il rischio di diventare terra di nessuno. Penso che non si possa più perdere tempo, la classe politica locale deve fare in fretta per costituire l’Unione dei Comuni pensando poco ai piccoli privilegi che preservano i rapporti fra politici e cittadini e puntare, scommettere, sui vantaggi che la costituzione di essa può portare in ogni senso. Spero che si possa fare di tutto per appianare tutti gli ostacoli e credo che vada appoggiata ogni iniziativa che miri a far sì che detta Unione vada a buon fine. Speriamo bene. Invito, ancora una volta, tutti a discutere del problema e ad invitare gli altri alla discussione”.
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