Carissimo Andrea Siniscalchi, a proposito dell'anfiteatro romano, quello del valore archeologico avellano è un discorso molto lungo da fare e gravi sono le responsabilità degli avellani, che non hanno mai fatto proprio questo enorme tesoro che possiedono, non di meno quelle dei governanti, che nel tempo si sono succeduti,alla guida della cosa pubblica, che non hanno mai valorizzato o difeso l'importante sito archeologico. Ma la colpa più grave va attribuita al Ministero dei beni culturali che considera queste testimonianze, patrimonio esclusivo della considerazione statuale, intangibile e indiscutibile. |
La prova della mia considerazione fa da controcanto alla tua laddove indiscutibile e vergognosa spicca, nel nostro anfiteatro, la gradinata in ferro, sgraditissimo lascito di una volontà ministeriale inappellabile, che offende la sensibilità dei cultori, lede la storia patria e violenta pesantemente il sentire di quanti vogliono il rispetto dei luoghi e la incontaminazione di una espressione di costume di un'epoca, giunta fino ai nostri giorni, in modo e termini quasi inalterata. Purtroppo nella considerazione del civico potere si è fatto largo un altro convincimento : sfruttare il luogo esclusivamente per spettacoli e poter fare da traino ad un progetto d'investimento paese, per richiamare turisti e folle dal gusto consumistico. La comunità avellana rimane ai margini, come sempre, di tale concezione materialistica ed è del tutto indifferente ai destini della sua storia millenaria, non abituata e leggerne l'importanza, non allenata alla difesa dei veri valori culturali. Cosi, nell'indifferenza generale, anche i flebili tentativi di rilancio del sito archeologico vengono tritati distrattamente dalla noia e dall'apatia imperante. Intanto non guasta la tua considerazione!
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