Lo "Scrigno" è il nome dato a questa cappella funeraria realizzata nel Cimitero di Sperone, nata dal desiderio di Carmine Colucci di dare una degna sepoltura all'amata moglie Adriana, affidandone progettazione e realizzazione all'amico artista Armando Sodano, che ha saputo coglierne al meglio intenti e desideri con un progetto di alta qualità architettonica.
Insieme l’hanno ideata e progettata, e insieme l’hanno realizzata anche per tutti i loro cari.
Ma se non ci fosse stato quella forte spinta emotiva di immane desiderio di Carmine di dare degna accoglienza alla bellezza della sua tanto amata moglie Adriana, questo sepolcro, forse, non sarebbe stato mai realizzato.
Insieme l’hanno ideata e progettata, e insieme l’hanno realizzata anche per tutti i loro cari.
Ma se non ci fosse stato quella forte spinta emotiva di immane desiderio di Carmine di dare degna accoglienza alla bellezza della sua tanto amata moglie Adriana, questo sepolcro, forse, non sarebbe stato mai realizzato.
Il progetto
Premessa
Come uno scrigno custodisce il suo prezioso contenuto, così il sepolcro, sua ultima terrena dimora, accoglie le preziose "perle" dell'umana esistenza creando, in attesa che la carne risorga nello spirito, una "corrispondenza d'amorosi sensi" con chi non è più tra noi.
Come uno scrigno custodisce il suo prezioso contenuto, così il sepolcro, sua ultima terrena dimora, accoglie le preziose "perle" dell'umana esistenza creando, in attesa che la carne risorga nello spirito, una "corrispondenza d'amorosi sensi" con chi non è più tra noi.
Nella premessa c'è l'essenza di questo progetto di cappella funeraria che, come in due mani, vuole accogliere le spoglie preziose dei cari defunti.
Mani giunte, semi-chiuse a guscio aperte in alto, che proteggono, che nel contempo accolgono e vogliono donare, che si aprono alla luce che dall'alto di un lucernario scende giù, scivolando sulle lapidi, fin nella profondità, preparando il sepolcro al miracolo della resurrezione.
Qui si entra per ricordare, per meditare, per pregare così "per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi."
Mani giunte, semi-chiuse a guscio aperte in alto, che proteggono, che nel contempo accolgono e vogliono donare, che si aprono alla luce che dall'alto di un lucernario scende giù, scivolando sulle lapidi, fin nella profondità, preparando il sepolcro al miracolo della resurrezione.
Qui si entra per ricordare, per meditare, per pregare così "per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi."