Lo "Scrigno" è il nome dato a questa cappella funeraria realizzata nel Cimitero di Sperone, voluta da Carmine Colucci e Armando Sodano. Carmine desideroso di dare degna sepoltura all'amata moglie Adriana, Armando perché sul quel lembo libero di "terra santa" vi era il "pagliaio", riparo di fascine e pali in legno, dei suoi genitori, che coltivarono quella terra prima di esserne stati espropriati per necessità di ampliamento del Cimitero. Lì si sono rincontrate quelle due famiglie che un tempo vivevano nello stesso vicoletto di Via Santa Croce, di cui dell'una Carmine era il figlio maggiore e dell'altra Armando il minore.
Carmine desideroso di dare degna accoglienza alla bellezza della sua tanto amata moglie Adriana, Armando per mettere al riparo le spoglie e i cari ricordi dei suoi genitori Giuseppe e Antonia e di suo fratello Francesco prematuramente venuto a mancare.
Un progetto di alta qualità architettonica, con struttura in c.a. rifinita in lastre di trani appositamente tagliate e modellate, ideato e progettato in tutti i dettagli dall'amico artista Armando Sodano, autore anche del Cristo risorto, che costituisse un prezioso scrigno per tutti i loro cari.
Senza le spinte emotive, come è dietro ad ogni opera artistica, dei due amici Carmine e Armando, questo sepolcro non sarebbe stato mai realizzato.
Carmine desideroso di dare degna accoglienza alla bellezza della sua tanto amata moglie Adriana, Armando per mettere al riparo le spoglie e i cari ricordi dei suoi genitori Giuseppe e Antonia e di suo fratello Francesco prematuramente venuto a mancare.
Un progetto di alta qualità architettonica, con struttura in c.a. rifinita in lastre di trani appositamente tagliate e modellate, ideato e progettato in tutti i dettagli dall'amico artista Armando Sodano, autore anche del Cristo risorto, che costituisse un prezioso scrigno per tutti i loro cari.
Senza le spinte emotive, come è dietro ad ogni opera artistica, dei due amici Carmine e Armando, questo sepolcro non sarebbe stato mai realizzato.
Il progetto
Premessa
Come uno scrigno custodisce il suo prezioso contenuto, così il sepolcro, sua ultima terrena dimora, accoglie le preziose "perle" dell'umana esistenza creando, in attesa che la carne risorga nello spirito, una "corrispondenza d'amorosi sensi" con chi non è più tra noi.
Come uno scrigno custodisce il suo prezioso contenuto, così il sepolcro, sua ultima terrena dimora, accoglie le preziose "perle" dell'umana esistenza creando, in attesa che la carne risorga nello spirito, una "corrispondenza d'amorosi sensi" con chi non è più tra noi.
Nella premessa c'è l'essenza di questo progetto di cappella funeraria che, come in due mani, vuole accogliere le spoglie preziose dei cari defunti.
Mani giunte, semi-chiuse a guscio aperte in alto, che proteggono, che nel contempo accolgono e vogliono donare, che si aprono alla luce che dall'alto di un lucernario scende giù, scivolando sulle lapidi, fin nella profondità, preparando il sepolcro al miracolo della resurrezione.
Qui si entra per ricordare, per meditare, per pregare così "per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi."
Mani giunte, semi-chiuse a guscio aperte in alto, che proteggono, che nel contempo accolgono e vogliono donare, che si aprono alla luce che dall'alto di un lucernario scende giù, scivolando sulle lapidi, fin nella profondità, preparando il sepolcro al miracolo della resurrezione.
Qui si entra per ricordare, per meditare, per pregare così "per lei si vive con l'amico estinto e l'estinto con noi."